A pochi giorni dall’addio al grande Beppe Vessicchio viene fuori una verità che in pochi conoscevano: lui stesso si definiva un vero ‘rompiscatole’.
L’annuncio della sua morte ha davvero sconvolto l’Italia intera che non ha perso tempo per stringersi intorno al dolore della famiglia: ironia della sorte, qualche mese fa se n’era già andato un altro grande volto italiano che con lui ha condiviso parecchi anni in televisione, ovvero Pippo Baudo e purtroppo ad oggi ci ha lasciato anche l’immenso Beppe Vessicchio.

Volto storico del Festival di Sanremo, la celebre frase d’apertura di ogni canzone ‘Dirige l’orchestra il Maestro Beppe Vessicchio‘ rimarrà nei cuori di tutti noi. Eppure Beppe oltre alla musica nutriva tantissime altre passioni, tra cui quella immensa per il buon cibo e soprattutto la tradizione. In una lunga intervista di Rolling Stone infatti si è definito un vero ‘rompiscatole‘. Ma non per i motivi che possiamo immaginare tutti!
Beppe Vessicchio, dalla musica al buon cibo e al buon vino: si definiva rompiscatole
Con quell’animo dolce, un volto buonissimo che descriveva appieno l’aspetto di un nonno pronto ad abbracciare i suoi nipoti, l’Italia ha decisamente perso un suo pezzo di storia. Il 2024 e il 2025 sono stati anni molto duri dal punto di vista delle perdite, basta citare Pippo Baudo, Sandra Milo, Papa Francesco. Rimane però sicuramente il preziosissimo ricordo di tutti loro, compreso quello del Maestro Vessicchio.
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Vita privata tenuta fuori dai riflettori, nutriva passioni che, al contempo, riservavano pur sempre nella musica stessa. Giusto l’anno scorso in vista del Festival di Sanremo rilasciò una lunga intervista a Rolling Stone mostrandosi in vesti del tutto inedite, in particolare come vero cultore della cucina tradizionale. Napoletano d’hoc, conservava i ricordi delle mozzarelle vendute per le strade napoletane, ma anche quello della mamma che preparava la passata con meticolosità sapendo che non gli piacesse la salsa di pomodoro con semini e bucce sotto i denti.
E proprio qui il Maestro si è auto pronunciato come un vero rompiscatole: ‘Sono un rompiscatole, perciò mi adopero per sollevare le altre persone dalla responsabilità che scaricherei su di loro se dovessero prepararmi da mangiare‘…e ancora: ‘Se in un piatto c’è di mezzo la tradizione è importante che sia io a gestirla‘. Insomma come abbiamo potuto comprendere, Beppe amava cucinare ‘in solitaria‘ affinché il piatto uscisse in modo totalmente personale. Tuttavia Vessicchio è stato in grado di creare qualcosa di unico nel suo genere: un vino letteralmente musicale.
Il vino musicale di Vessicchio: il progetto Musikè
Il progetto Musiké nasce dopo un forte periodo di crisi attraversato da Beppe Vessicchio che sentì l’esigenza di ri-definirsi, re-inventarsi, uscire da un periodo di ‘sonnolenza’. Da qualche anno, in collaborazione con il viticoltore Pietro Iacobone aveva fondato Musikè, una cantina unica nel suo genere. Beppe si affidò all’effetto Mozart, un particolare studio nato da una ricerca secondo cui alcune mucche riuscissero a produrre più latte ascoltando proprio Mozart.
Riuscirà a riproporre il medesimo concetto sperimentando il metodo in alcune serre di pomodori. In una di queste venne mandata in filodiffusione della musica e quando le radici vennero attaccate da alcuni parassiti, fu chiesto di non intervenire. Il risultato? Proprio quelle piante di pomodori che avevano ‘ascoltato‘ la musica, erano state in grado di resistere all’attacco, sviluppando una sorta di ‘anticorpo‘ naturale.
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Beppe quindi investirà totalmente l’attenzione su questo processo riportandolo all’interno del suo campo del vino in Abruzzo. I test furono positivi e all’assaggio si notò un netto miglioramento nel gusto. Sino all’anno scorso, come riportava Rolling Stone, il Maestro stava già ampliando la sperimentazione anche sulle produzioni di pasta e olio d’oliva. E nonostante la sua dipartita siamo sicuri che il suo team proseguirà la ricerca anche e soprattutto in suo onore. Un uomo che della musica ne ha fatto vita e non circostanza.





