Il paradosso italiano per eccellenza più odierno e attuale che sta colpendo tutti: nessuno tocchi il ragù di nonna purché rimanga lì come idea: ecco perché la tradizione sta pian piano sparendo.
Ore ed ore di cottura nel sugo, in modo lento e amorevole, girando e rigirando nella casseruola fino a ottenere quella giusta cremosità tale da far rientrare il ragù di nonna tra i piatti preferiti degli italiani. Ma non solo, stesura della pasta fresca, realizzazione di tortellini, le classiche torte farcite e la pasta frolla, vero caposaldo della cucina granny. Tutti piatti deliziosi, su questo non possiamo di certo discutere, eppure…

Ad oggi proprio questi piatti simbolo italiani si stanno pian piano trasformando in un’ideologia, una statua da ammirare, ma niente di più. Siamo ufficialmente nell’era del più grande paradosso italiano culinario: che nessuno tocchi una tradizione che quasi più nessuno vuole proseguire. Proprio tra quei fornelli a cui dobbiamo famiglia, ricordi ed emozioni vivide.
Il paradosso italiano più grande: perché non cuciniamo più
Da circa cinque anni, anche se in realtà il fenomeno iniziava ad affermarsi ancor prima, gli italiani non sono più quelli che conoscevamo un tempo. O meglio, rimangono gli stessi negli ideali e nell’attaccamento alla tradizione culinaria, ma non c’è più il tempo letteralmente di portarla avanti se non in rari casi.
Ecco quindi che, se durante le Festività natalizie ci si riunisce in casa a preparare i piatti della tradizione, quelli preferiti dei nonni che non ci sono più o legati ai propri sentimenti d’infanzia, durante il resto dell’anno i pasti sono sempre più frugaci, ci si siede a tavola insieme sempre meno e spesso la condivisione attuale non è più focalizzata proprio su quella grande tavola imbandita, tanto piuttosto su un piccolo tavolino di un bar o di un ristorante del centro.
Food Delivery e Instant Food: i fenomeni che ci allontanano dalla tradizione
Negli ultimi cinque anni in particolare abbiamo visto due forti trend in crescita tra cui il Food Delivery e l’Instant Food: secondo FIPE(Federazione Italiana Pubblici Esercizi) e Coop Italia che ha dato vita all’indagine Rapporto Coop, l’ordinazione di cibo d’asporto ha visto un incremento del ben 26% rispetto ai soli cinque anni passati, mentre cresce ulteriormente la scelta dei cibi istantanei, ovvero piatti pronti da scaldare al supermercato.

E basta aprire un attimo di più i nostri occhi per accorgercene: catene quali MD, Eurospin, Conad, Carrefour, Lidl e così via presentano una miriade di piatti pronti, dalle paste già condite ai secondi completi di contorno, sia a base di carne che di pesce. Tutto questo quindi va a discapito della tradizione che ricordiamo, per noi italiani non riguarda solo la preparazione di un alimento, ma di un senso di famiglia molto più ampio. Il risultato?
Il paradosso dell’Italia sul cibo tradizionale: nessuno può toccarlo, ma nessuno vuole più mangiarlo
Secondo il Rapporto Coop, il 42% degli italiani negli ultimi cinque anni ha deciso di rapportarsi al cibo in modo molto più sano e consapevole: verdure biologiche e prodotti stagionali scelti dalle famiglie nonostante l’inflazione dirompente, pertanto il ragù della nonna che rimane nella sua ideologia intoccabile, viene preparato sempre meno. Inoltre il 26% della popolazione italiana ha registrato un fortissimo calo di consumo di carne, il che ci porta all’eliminazione dalla tavola dei più tipici piatti italiani(basta solo pensare alle cotolette o lo spezzatino al sugo).

Il risultato finale? Se voglio mangiare un piatto di tagliatelle al ragù preferisco farlo al ristorante. A casa solo pasti sani, ricchi di fibre e poverissimi di grassi. Cucinare ‘come una volta‘ quindi, è sempre più uno ‘sport‘ dedicato alle feste comandate o ai compleanni. La tradizione persiste, ma rimane un concetto purtroppo evanescente. E questo non può essere negato.





